L'agricoltura e l'energia solare sono due settori che svolgono un ruolo cruciale nel fornire alimenti e risorse energetiche alla popolazione mondiale. Negli ultimi anni, è emersa una pratica innovativa che combina entrambi questi settori in un unico sistema sostenibile chiamato agrivoltaico. L'agrivoltaico è un'alternativa promettente che consente di massimizzare l'uso del suolo e di ottimizzare la produzione di energia solare e colture agricole simultaneamente.
L'agrivoltaico permette alle imprese agricole, agli allevatori e altre attività connesse di partecipare attivamente alla produzione di energia solare, sfruttando i propri terreni agricoli o di allevamento. Inoltre, anche le associazioni temporanee di imprese agricole e produttori possono partecipare a questo tipo di iniziativa. Questo offre un'opportunità per diversificare le fonti di reddito e contribuire alla transizione verso una produzione energetica più pulita.
Per richiedere gli incentivi per l'agrivoltaico, è possibile che si richieda di avere già un impianto a terra esistente, nel quale si iniziano a coltivare le piante sotto i moduli fotovoltaici. I dettagli completi su questo requisito non sono ancora chiari e dovrebbero essere approfonditi con le autorità competenti a breve.
Tuttavia, per garantire un corretto funzionamento dell'agrivoltaico, ci sono alcuni requisiti tecnici che devono essere soddisfatti. Almeno il 70% dell'area agrivoltaica deve essere destinata alla coltivazione o all'allevamento, assicurando che l'attività agricola rimanga la priorità principale. L'altezza dei moduli fotovoltaici da terra varia dai 1,3 metri ai 2,1 metri, in dipendenza della destinazione d’uso del terreno. Questo assicura che le colture abbiano spazio sufficiente per crescere senza essere ombreggiate in modo significativo dai pannelli solari.
Da quanto finora stabilito, su ogni ettaro del sistema agrivoltaico è necessario mantenere una produttività non inferiore al 60% delle produttività standard. Questo significa che nonostante la presenza dei moduli fotovoltaici, le colture devono essere in grado di raggiungere almeno il 60% delle rese normalmente ottenute in un'area agricola non ombreggiata.
Ovviamente, non tutte le colture sono adatte per l'agrivoltaico. Le piante con un elevato fabbisogno di luce, come il frumento, il farro, il mais, gli alberi da frutto, il girasole, il cavolo rosso, il cavolo cappuccio, il miglio e la zucca, non sono consigliate a questo tipo di installazione fotovoltaica. Anche modeste densità di copertura in queste colture possono determinare una forte riduzione della resa.
D’altra parte, ci sono colture che possono essere considerate poco adatte, come il cavolfiore e le barbabietole da zucchero e rosse. Queste colture possono risentire di un'ombreggiatura moderata, che potrebbe influire negativamente sulle rese.
In alternativa, possono essere considerate alcune colture adatte per l'agrivoltaico, come la segale, l'orzo, l'avena, il cavolo verde, la colza, i piselli, gli asparagi, la carota, il ravanello, il porro, il sedano, il finocchio, le cipolle, i fagioli, i cetrioli, le zucchine e il tabacco. Per queste specie vegetali, una moderata ombreggiatura non ha praticamente alcun effetto sulle rese.
Infine, ci sono colture molto adatte, come la patata, il luppolo, gli spinaci, l'insalata, le fave e gli agrumi. In questi casi, l'ombreggiatura ha addirittura effetti positivi sulle rese quantitative delle colture, consentendo di ottenere buoni risultati sia dal punto di vista energetico che agricolo.
L'agrivoltaico quindi offre un modo innovativo per massimizzare l'uso del suolo e creare sinergie tra l'agricoltura e l'energia solare. Consentendo alle imprese agricole di partecipare alla produzione di energia rinnovabile, l'agrivoltaico promuove la sostenibilità ambientale e può contribuire a una transizione verso un sistema energetico più pulito. Sfruttando le colture adatte all'agrivoltaico, è possibile massimizzare le rese agricole e al contempo generare energia pulita, fornendo un'opzione vincente sia per gli agricoltori che per l'ambiente.